sabato 2 ottobre 2010

Introduzione



" SIAMO TUTTI ESSERI UMANI,
PERCIO' TUTTI UGUALI.

L'UNICA VERA DIFFERENZA TRA GLI INDIVIDUI
STA' NELLA LORO CONDIZIONE VITALE.

LA NOSTRA CONDIZIONE VITALE DURA OLTRE LA MORTE, NELL'ETERNITA' .. "



Il Buddismo insegna che la vita è eterna lungo le tre esistenze di passato, presente e futuro. Sebbene sia possibile ottenere un certo grado di felicità e di soddisfazione nella vita presente solo come risultato della propria fortuna o di buone circostanze, questo da solo non basta per liberarsi dalle sofferenze di nascita e morte. Soltanto una filosofia religiosa che abbia veramente il potere di condurre le persone all'Illuminazione può servire come mezzo per raggiungere la pace e la sicurezza eternamente per tutte le tre esistenze.
La nostra vita è dotata dal passato senza inizio sia dell'ignoranza (oscurità fondamentale) sia della natura del Dharma (Illuminazione). Quando la nostra vita è dominata dall'ignoranza, siamo destinati a vagare vita dopo vita da un'oscurità all'altra, cadendo in definitiva nei tre cattivi sentieri. Il più grande significato di incontrare il Buddismo di Nichiren in questa vita è che esso ci mette in grado di rompere le catene funeste di questo ciclo negativo.



GLOSSARIO


Buddismo: nato in India con Shakyamuni, si è in seguito sviluppato con le tre principali correnti (Mahayana, Hinayana e Vajrayana) in Cina, Tibet, Sud-Est Asiatico e Giappone. Recentemente si è affermato anche nei Paesi occidentali. L’insegnamento di Nichiren Daishonin fa parte della corrente Mahayana e individua nel titolo del Sutra del Loto l’essenza dell’insegnamento del Budda.
Budda: persona illuminata. Non è una divinità né un qualcosa da adorare, ma l’essere umano che percepisce la “vera entità di tutti i fenomeni” e conduce le persone a raggiungere la sua stessa illuminazione. Questo appellativo definisce una persona che si è risvegliata alla Legge che regola tutti i fenomeni della vita.
Buddità: è una condizione vitale potenzialmente presente in tutti gli esseri viventi. Nella filosofia buddista è considerata la più alta che si possa raggiungere.
Siddharta: (Gautama Siddharta) conosciuto anche come Shakyamuni (fondatore del Buddismo), principe della famiglia Shakya, regnanti su uno dei piccoli stati indiani del tempo. Shakyamuni (il saggio dei Shakya) è il nome dato a Siddharta quando ottenne l'illuminazione. Periodo di nascita di Shakyamuni forse X sec. a.c.a.C., studi recenti, però, concordano che visse circa dal VI al V sec. a.C..
Benché di nobili natali e di famiglia ricca, fin da giovane si preoccupò delle sofferenze che affliggono gli esseri umani (riconducendole alle quattro fondamentali sofferenze di nascita, vecchiaia, malattia e morte) e si dedicò alla ricerca di una via per sconfiggerle. Abbandonò gli agi della vita di palazzo e praticò per molti anni le austerità e le privazioni viaggiando e predicando. Gli ultimi anni della sua vita furono dedicati alla predicazione del Sutra del Loto, l’insegnamento definitivo che contiene i cardini della sua dottrina.
Sutra: scritture che riportano gli insegnamenti di Shakyamuni.
Sutra del Loto: è l’insegnamento che Shakyamuni predicò durante gli ultimi otto anni della sua vita ed è considerato (all’interno della corrente Mahayana) la più elevata delle scritture buddiste. Rivela per la prima volta che tutte le persone possono manifestare la loro Buddità risvegliandosi alla realtà fondamentale della vita.
Karma: parola sanscrita, indica l’energia potenziale che risiede nella realtà interiore della vita e si manifesta con diversi risultati nel futuro. La parola originariamente indicava “azione”, ma nel Buddismo fu utilizzata per significare sia un’azione mentale, cioè il pensiero, sia un’azione verbale, cioè la parola, sia l’azione fisica vera e propria. Ogni azione, sia essa buona o malvagia, in ciascuno dei tre livelli, imprime un’influenza latente nella vita individuale. Il karma, quando è attivato da uno stimolo esterno, produce un effetto corrispondente. Il karma è quella forza potenziale che creiamo continuamente e che influenza la nostra vita attuale e futura.
Gohonzon: Honzon, in giapponese, significa “oggetto cui si deve il rispetto più profondo”. Go è un prefisso onorifico. Nichiren Daishonin materializzò la sua vita illuminata nella forma di un “mandala”, il Gohonzon, davanti al quale, recitando Nam-myoho-renge-kyo, ogni essere umano può risvegliare la propria natura illuminata.
Daimoku: letteralmente significa “titolo” e si riferisce in particolare al titolo del Sutra del Loto, Myoho-renge-kyo. Nel Buddismo di Nichiren Daishonin indica l’invocazione di Nam-myoho-renge-kyo, la fondamentale Legge della vita e dell’universo che permea tutti i fenomeni, proclamata da Nichiren Daishonin il 28 aprile 1253.
Gongyo: letteralmente “gon” significa “praticare con costanza” e “gyo” “continuare con disciplina”. L’espressione si potrebbe quindi tradurre con “pratica assidua”. Questa è composta dalla recitazione del Daimoku, che è la pratica fondamentale del Buddismo di Nichiren Daishonin, e dalla lettura dei capitoli Hoben e Juryo del Sutra del Loto, la pratica di supporto che aiuta a manifestare e a stabilizzare i benefici del Daimoku. Gongyo si recita due volte il giorno, di mattino e di sera.
Kosen-rufu: letteralmente significa “dichiarare e diffondere estesamente (il Buddismo)”. Questo termine appare nel ventitreesimo capitolo del Sutra del Loto e indica la propagazione del vero Buddismo, gli insegnamenti di Nichiren Daishonin, a livello mondiale. Implica anche lo stabilirsi di una duratura pace sociale.




sabato 21 agosto 2010

BUDDISMO VAJARAYANA


Il Buddhismo Vajrayāna è, secondo le proprie credenze, uno sviluppo del Buddhismo Mahāyāna.
Non si può entrare nel Vajrayāna senza aver prima compreso profondamente le dottrine del Mahāyāna come la dottrina dello śunyātā, della compassione , della bodhicitta e della natura di Buddha compresa in ogni essere senziente. Secondo aspetto fondamentale del Vajrayāna è che esso può essere appreso solo per mezzo di una guida, di un maestro.
Ciò premesso questo "veicolo" buddhista si fonda sul termine tantra che significa "continuità". Questo termine designa l'autentica natura che soggiace all'intera realtà sia essa relativa al sansāra o allo stesso nirvāna. Questa natura corrisponde alla vacuità. Quando la vacuità si manifesta, si manifesta attraverso l'illusione dell'esistere . Quando si riconosce la vacuità che soggiace ai fenomeni si diviene illuminati.
Il tantra è la via che conduce a questa consapevolezza. Il termine tantra non riguarda quindi solo i testi, ma anche le relative dottrine. Il "veicolo"buddhista che trasmette le dottrine dei tantra viene denominato Vajrayāna.
Il Vajrayāna, a detta dei suoi seguaci, si distingue dal Mahayāna perché a differenza di questo "veicolo" persegue il principio del "Frutto"  e non delle "Cause" . Secondo il Vajrayāna, infatti, il Buddhismo Mahayāna (indicato anche come Pāramitayāna, Veicolo delle Perfezioni, o Sūtrayāna, Veicolo dei Sūtra) persegue, per mezzo della meditazione e dello studio dei sutra, un cammino di perfezionamento attraverso la rinuncia delle condotte negative accumulando meriti e saggezza per realizzare il Frutto del corpo assoluto e quello dei corpi formali. Per il Mahayāna, quindi, il cammino percorso è la "causa" dell'illuminazione.
Il Vajrayāna, invece, persegue il principio del "Frutto" ovvero per tramite dei "mezzi abili" rappresentati dai tantra questo veicolo conduce alla purificazione del corpo e di ciò che lo circonda (Tantra inferiori o esterni: Kriyā Tantra, Caryā Tantra e Yoga Tantra) e a trasformare la dimensione "impura" in "pura" (Tantra superiori o interni: Anuttarayoga Tantra).
Questo percorso della Via del diamante può essere intrapreso, secondo questa tradizione buddhista, solo attraverso delle iniziazioni  conferite da un maestro di vajra . A seguito di ciò il discepolo riceve degli insegnamenti orali  ovvero dei testi da studiare e delle istruzioni. Per realizzare la "pura visione" della Realtà, il discepolo del Vajrayāna applica il metodo del sādhana (strumento per la realizzazione) che raccoglie varie tecniche:

    * visualizzare la divinità scelta per la meditazione;
    * visualizzare il sacro ambiente circostante le divinità prescelta per la meditazione;
    * compiere gesti rituali e simbolici;
    * fare offerte alle divinità;
    *  recitare formule sacre;
    *  svolgere azioni religiose.

Per tramite di questi "mezzi abili" uniti alla consapevolezza della vacuità e della purezza di tutto il Reale, il discepolo consegue il "Frutto" che consiste nel completo stato di buddhità. Tale frutto può essere conseguito in più rinascite (via dei Tantra inferiori) o in una sola vita (via dei Tantra superiori).

lunedì 2 agosto 2010

BUDDISMO TIBETANO


Le origini del popolo tibetano sono piuttosto misteriose e in parte avvolte in suggestive leggende. Si sa però che i tibetani discendono da tribù nomadi piuttosto bellicose, che solo intorno al VII secolo cominciarono a costituire un'unità politica con i re della valle di Yarlung e, in particolar modo, il Tibet divenne una potenza di una certa rilevanza con il re Songtsen Gampo (618-649), che portò il suo regno ad espandersi sia verso l'India sia verso la Cina. Per questo motivo i sovrani di quei paesi pensarono bene di contrarre accordi matrimoniali dando in spose al re tibetano una principessa cinese di casa imperiale ed una principessa nepalese, entrambe devote buddhiste. Con l'introduzione del Buddhismo nella casa reale, comincia l'affermazione della dottrina del Buddha in Tibet, a distanza di 1100 anni dalla sua predicazione, avvenuta lungo il bacino del Gange in India. È infatti durante il regno di Songtsen Gampo che sorse Lhasa, che significa "luogo degli dei", venne edificato il Jokhang, uno dei più antichi templi buddhisti del Tibet, e furono tradotti i primi testi sacri.

Nell'VIII secolo, salì al trono Trisong Deutsen, seguace del Buddhismo, che dovette affrontare un grave ostacolo alla sopravvivenza e alla diffusione della nuova religione: la resistenza delle popolazioni tibetane ad accettare il Buddhismo, con a capo i nobili, che si proclamarono difensori della religione autoctona, il "Bon". Per non creare contrasti insanabili con il popolo, su consiglio del filosofo mahayana indiano Santarakshita (Acarya Bodhisattva), il re chiamò in Tibet Padmasambhava, un grande yogin buddhista, dotato di enormi poteri, proveniente dalla magica terra del Kashmir. Questi infatti doveva sconfiggere le divinità ctonie del Tibet, che secondo la credenza popolare, si opponevano all'introduzione del Buddhismo tramite oscuri malefici. Padmasambhava allora, secondo il racconto tradizionale, sconfisse alcuni di questi demoni, ma ne risparmiò molti altri piegandoli a divenire difensori della nuova religione. In seguito a questa vittoria, venne edificato il monastero di Samye (762-766), dove vennero istruiti i primi monaci tibetani e dove cominciò la traduzione in lingua tibetana dei testi del canone buddhista, sia hinayanici che mahayanici, traduzione che fu continuata anche sotto i sovrani successivi. Infine, nel 779 il Buddhismo fu dichiarato religione di stato; per questo motivo Padmasambhava è considerato il padre del Buddhismo tibetano e viene chiamato "Guru Rimpoche", cioè "Maestro Prezioso".
A questo punto si presentò un altro problema: il Buddhismo, dai tempi della predicazione originaria del Buddha Sakyamuni, si era fortemente differenziato, erano nate scuole e correnti diverse, tra le quali le principali sono: l'Hinayana (il "Piccolo Veicolo" o scuola meridionale), il Mahayana (il "Grande Veicolo" o scuola settentrionale) basate sui Sutra, e il Vajrayana (Veicolo di Diamante) basato sui Tantra, che si considera uno sviluppo dell'Hinayana e del Mahayana. Fu quest'ultima corrente, compresa la sua "variante" Vajrayana, a penetrare in Tibet tramite Padmasambhava; tuttavia in Tibet erano presenti anche esponenti della scuola buddhista cinese "Chan", sicché si dovette scegliere tra l'area di influenza (non solo religiosa), cinese e quella indiana con le relative concezioni filosofiche riguardo alla via per conseguire la Liberazione (graduale per gli indiani, istantaneista per i cinesi). Per risolvere tale questione si tenne un dibattito a Samye durante il quale si affermò la scuola indiana Madhyamika di Nagarjuna, forte del sostegno di re Trisong Deutsen, anche se questa vittoria non eliminò del tutto le concezioni cinesi che confluirono poi in alcune scuole tibetane.

Dopo il governo marcatamente filo-buddhista del sovrano Ralpachen (815-838), il nuovo re Langdarma scatenò una violenta reazione anti-buddhista, durante la quale vennero chiusi i templi e bruciati i testi tradotti, dei quali si salvarono solo alcune copie perché furono nascoste in alcune grotte nei pressi di Lhasa. La situazione precipitò quando un monaco, esasperato dalle persecuzioni, uccise Langdarma nell'842, determinando un lungo periodo di guerre civili nella dinastia degli Yarlung, ma anche un periodo di grave crisi per il clero buddhista, legato com'era al potere centrale, mentre la spiritualità buddhista continuava a sopravvivere e a diffondersi nella popolazione, con spiccati caratteri tantrici.
Intorno al IX-X secolo, dalla continuità garantita da questo Buddhismo laico tantrico, nacque la scuola Nyingma, detta "degli antichi" che si basava sulle opere tradotte a Samye, e su Padmasambhava, che con i suoi discepoli nascose gli scritti in luoghi segreti in attesa di una loro riscoperta in tempi più propizi: questi testi vengono detti "terma" e vi confluiscono elementi buddhisti tantrici ed elementi bon. I terma vennero in effetti riscoperti nei secoli XII e XIV, e fu allora che gli insegnamenti di questa scuola furono codificati nella "Raccolta degli antichi tantra". Uno dei terma principali della scuola Nyngma, e poi di tutte le altre che nasceranno, è quello dello Stato Intermedio o Bardo e il testo che ne contiene i principi è il famoso "Bardo thodol", noto come "Libro tibetano dei morti" che viene attribuito allo stesso Padmasambhava. L'insegnamento più alto nyingma-pa è lo Dzog-chen.

Nell'XI secolo si verifica invece la seconda diffusione del Buddhismo in Tibet, dopo il lungo periodo di vuoto iniziato verso la metà del IX secolo. Le premesse a questa rinascita si devono a un membro della dinastia del regno occidentale di Guge (un ramo della dinastia di Yarlung), che divenuto monaco, sentì l'esigenza di restaurare il Buddhismo monastico; scelse quindi sette studiosi da inviare in Kashmir per studiare e per invitare in Tibet alcuni grandi maestri di quella terra. Uno degli inviati, Rinchen Sangpo, ritornò a Guge con molti testi buddhisti che tradusse puntualmente e diede anche impulso alla ricostruzione di templi e monasteri nel Tibet occidentale. Il sovrano di Guge venne così anche a conoscenza della fama del maestro indiano Atisha (982-1054), e volle invitarlo in Tibet per riformare il Buddhismo tibetano. Intorno a questo invito e alla decisione di Atisha di accettare, sono nate delle toccanti leggende che insistono sulla devozione del re tibetano. Fatto sta che Atisha arrivò veramente in Guge nel 1042 dove iniziò a tradurre i testi sacri e ad impartire insegnamenti. Per soddisfare una richiesta del nipote del sovrano, scrisse allora il prezioso testo "Lampada per il sentiero dell'Illuminazione", ancora oggi considerato uno dei più importanti insegnamenti del Buddhismo tibetano. Atisha portò in Tibet la sintesi del Buddhismo indiano, nel quale era giunto all'integrazione dei veicoli individuale, universale e tantrico, e nei dodici anni della sua permanenza trasformò i tibetani, originariamente guerrieri, in un popolo profondamente spirituale. I tibetani considerarono Atisha come un Buddha vivente, ed accettarono di buon grado l'importanza che egli dava al maestro (guru o lama), che è ancor oggi una delle caratteristiche del Buddhismo tibetano, per questo spesso definito impropriamente "Lamaismo". Proprio da Atisha e dai suoi discepoli nacque la scuola Kadam che nel XIV verrà riformata e verrà chiamata scuola Gelug , ad opera di Lama Tzong Khapa.

Altre scuole si formarono tra X e XII secolo. Nel X secolo nasce la scuola Kagyu che comprende due filoni: il primo è noto come "Shangpa" e venne inaugurato da Kyungpo Naldjor dopo aver studiato a lungo in India e in Nepal ed enfatizza molto la trasmissione orale e lo yoga; il secondo è "Dagpo" che si rifà ad una lunga tradizione che va da Naropa, a Marpa e Milarepa, che fu maestro di Dagpo stesso, conosciuto come Gampopa (XI-XII secolo).

La scuola Sakya prende il nome dal monastero di Sakya, fondato nel 1073 da Konchog Gyalpo. Grazie all'insegnamento di alcuni importanti lama questa scuola raggiunse, nel XIII secolo, un grande potere religioso e politico in Tibet, quando a seguito dell'invasione mongola, il Buddhismo della scuola Sakya si diffuse oltre i confini del Tibet e divenne la religione di stato dell'impero mongolo, salvando così il Paese delle Nevi da ulteriori invasioni.

Nel XIV secolo assistiamo a una grande fioritura delle altre scuole buddhiste tibetane: è in questo periodo che Lama Tzong Khapa (1367-1419) riformò radicalmente la scuola Kadam trasformandola nella nuova scuola Gelug (I Virtuosi) accentuando l'importanza della disciplina monastica, e degli studi filosofici e psicologici. Questa scuola conobbe subito una larga diffusione e divenne la più potente delle scuole buddhiste tibetane: ad essa appartengono anche il Dalai Lama (che però può prendere insegnamenti da maestri di tutte le scuole), e il Panchen Lama, ossia la seconda autorità spirituale del Tibet (attualmente è un bambino prigioniero nelle mani dei cinesi). Il principale insegnamento Gelug-pa è il "Lam-rim" (Il sentiero graduale verso l'Illuminazione), una combinazione di sutra e di tantra che conduce gradualmente dalle conoscenze di base fino alla completa realizzazione.


Sintesi a cura di“Mandala
(del Gruppo Spazi Web in Sintonia)

domenica 27 giugno 2010

 I Concili buddhisti (sanscrito e pāli) sono dei grandi raduni di monaci buddhisti tenutesi dopo la morte  del Buddha Shakyamuni al fine di evitare la perdita o lo snaturamento dell'insegnamento del maestro.

  • Il primo Concilio buddhista è datato al 483 a.e.v. ed ebbe luogo pochi mesi dopo la dipartita del Buddha a Rajagrha  in India. Secondo la tradizione vi parteciparono 500 arhat e diversi discepoli diretti del Buddha come Kashyapa , Ānanda e Upali. È il concilio, sempre secondo la tradizione, in cui fu recitato per la prima volta il Dharma , riportato nel Sutta Pitaka del Canone pāli e nello Āhánbù del Canone Cinese, , e il Vinaya, dando così inizio alla loro trasmissione orale.
Vi è un generale consenso degli storici del Buddhismo nel ritenere i resoconti canonici di questo concilio piuttosto esagerati, e nella peggiore delle ipotesi pura invenzione.
  • Il secondo Concilio buddhista è datato al 383 a.e.v. a Vaisali . È il concilio in cui, secondo la tradizione, si discute della condotta dei monaci della comunità di Vaisali dopo la denuncia del monaco Yasas, un discepolo diretto di Ānanda. Questo monaco giunto a Vaisali tempo prima, criticò alcuni costumi di questa comunità monastica e per questo venne da essa bandito. Allora Yasas cercò il conforto sulle proprie posizioni da parte di monaci di altre comunità, in particolare di Revata, fratello di Shariputra , e si giunse quindi a convocare un concilio sulla ortodossia o meno di alcune condotte, tradizionalmente elencate in dieci condotte dei monaci di Vaisali.
La quasi totalità degli storici del Buddhismo ritiene che questo concilio si sia effettivamente tenuto anche se vi è discordanza riguardo al significato e alle implicazioni di queste pratiche condannate. Esse, peraltro, sono effettivamente condannate da tutti i vinaya delle antiche scuole (Buddhismo dei Nikāya). Gli storici discutono ancora se questo concilio fosse o meno l'inizio delle divisioni all'interno del sangha buddhista. Di certo da questo momento iniziano ad evidenziarsi alcune incrinature dottrinali o di interpretazione del Dharma del Buddha .
  • Il terzo Concilio buddhista è datato al 247 a.e.v. a Pataliputra (sans., Pataliputta pāli). Ma gli storici lo dividono in due eventi: Pataliputra 1 e Pataliputra 2.

    • Pataliputra 1 è un Concilio non riportato nei Canoni ma in altra letteratura storica. Si sarebbe tenuto durante il regno di Aśoka (per alcuni durante il regno di Kalashoka) ed è il concilio in cui venne condannato il monaco 'lassista' Mahadeva e i membri del Mahāsāṃghika che lo seguirono. Secondo numerosi storici già in questo concilio inizierebbero ad emergere almeno una dozzina di scuole del Buddhismo dei Nikāya.
    • Pataliputra 2 è il terzo concilio secondo solo la letteratura Theravāda. Si sarebbe tenuto a Pataliputra nel 247 a.e.v. sotto il Re Aśoka. In questo concilio è registrata la prima recitazione dell'Abhidhamma e vi è citata la composizione dell'opera del Kathavatthu da parte del Thera Moggaliputtatissa. Secondo gli storici questo concilio si tenne effettivamente, ma essendo menzionato solo nella letteratura pāli, probabilmente coinvolse solamente la scuola Vibhajyavāda da cui deriva la scuola Theravāda. Altro effetto di questo concilio fu la separazione della scuola Sarvāstivāda dalla scuola Vibhajyavāda.
  • Il quarto Concilio buddhista è quello presieduto dall'imperatore Kushan Kanishka I. È il concilio del Gandhāra o del Kashmir e si è tenuto nel 100 e.v. È il concilio della scuola Sarvāstivāda come il Pataliputra 2 fu il concilio della scuola Vibhajyavāda antenati dei Theravāda. E come nel concilio di Pataliputra 2 appare il Kathavatthu qui appare il Mahavibhasa, opera collettiva eseguita sotto la supervisione di Vasumitra che presiedette il Concilio.
  • A questi antichi concili tenutisi tutti in India va aggiunto il quarto Concilio buddhista secondo la tradizione Theravāda. Esso si sarebbe tenuto nel 25 a.e.v. ad Anurādhapura in Sri Lanka. Secondo gli storici in realtà è un concilio tutto interno al monastero Mahavihara, ed è quello che sancisce la scrittura del Tipitaka ovvero del Canone buddhista redatto in lingua pāli e fornisce la base dottrinale a questo monastero per combattere il rivale dell'Abhayagiri situato sempre nello Sri Lanka.

giovedì 3 giugno 2010

I BHODISATTVA PROVVISORI


Il buddhismo dei Nikaya e Àgama, la fonte dei testi fondamentali del buddismo, prevede solo due bodhisattva, Siddhartha Gautama, prima di raggiungere la Buddità e Maitreya Bodhisattva che risiede nel paradiso Tushita fino a quando non è il suo momento di apparire come il Buddha prossimo in questo mondo. Il Nikaya e Agama fare accettare la possibilità che ci possa essere bodhisattva altri, ma nessuno è il nome. Il sutra Mahayana, tuttavia, rendono il bodhisattva l'ideale primario della pratica buddhista, e bodhisattva molti appaiono come modelli di questo ideale e come salvatori celesti che possono aiutare gli altri durante i loro viaggi proprio a Buddha. Molti di questi bodhisattva celesti sono vicino è uguale al Buddha in sapienza e in loro potere per aiutare gli altri. I bodhisattva celesti sono spesso descritti come gli inservienti del Buddha che risiedono nelle varie terre pura tutto l'universo. Un sembrano molti di questi bodhisattva nel Sutra del Loto, in particolare: Manjushri (Beautiful-Signore) Bodhisattva Avalokiteshvara (World-Voice-percipiente) Bodhisattva, Bhaishajyaraja (Medicina-King) Bodhisattva Maitreya (Loving-One) Bodhisattva, e Samantabhadra (Universal-Good) Bodhisattva. Questi bodhisattva sono ben note figure del Buddhismo Mahayana e compaiono in molti altri sutra. Nel Sutra del Loto, questi bodhisattva vengono da mondi ideali per ascoltare il Dharma e volontari per insegnare il Sutra del Loto, in questo mondo, dopo l'estinzione del Buddha. Questi bodhisattva rappresentano coloro che coltivano le sei perfezioni nell'arco di molte vite, al fine di raggiungere la Buddità. Si suppone anche che Shakyamuni Buddha solo raggiunto l'illuminazione all'interno della sua vita attuale, e che la sua corrente di Buddha è stato il culmine di eoni possono di coltivazione spirituale. Gli eventi del Sutra del Loto sfida a loro avviso, di Buddha è raggiunta attraverso la coltivazione graduale delle sei perfezioni. Capitolo 12 fornisce l'esempio della figlia del Re Drago, che raggiunge l'illuminazione in un istante, mentre il capitolo 16 rivela che il Buddha effettivamente raggiunto l'illuminazione nel remoto passato e che la sua coltivazione graduale di saggezza e di merito nella sua vita presente e passato era essa stessa un espediente mezzi. Nei capitoli 13-15, questi bodhisattva chiedere che sia loro permesso di diffondere il Sutra del Loto, dopo l'estinzione del Buddha, il Buddha, ma la citazione Bodhisattva della Terra invece nel capitolo 15. Nel capitolo 21, dà il Bodhisattva della Terra la trasmissione e la propria responsabilità primaria per la diffusione del Sutra del Loto. Solo nel capitolo 22 si Shakyamuni Buddha, infine, dare il bodhisattva provvisoria una trasmissione generale del Sutra del Loto. Secondo Nichiren Shonin, la trasmissione generale ha fatto sì che i bodhisattva provvisorio sarebbe diffuso il Sutra del Loto durante il precedente e il medioevo del Dharma, mentre il Bodhisattva della Terra che ha ricevuto la trasmissione specifico si faranno carico in età Ultimi del Dharma. I bodhisattva provvisorio non sono concessi la missione più difficile e cruciale della diffusione del Sutra del Loto in età Ultimi perché rappresentano l'insegnamento teorico del Sutra del Loto. L'insegnamento teorico del primo semestre del Sutra del Loto insegna che tutti gli esseri senzienti hanno il potenziale per raggiungere la Buddità attraverso la pratica graduale delle sei perfezioni. Questo è l'insegnamento che deve essere diffuso durante il precedente e il medioevo del Dharma quando ci sono ancora persone che riescono a coltivare in questo modo. Bodhisattva della Terra, tuttavia, rappresentano l'insegnamento essenziale del Sutra del Loto. L'insegnamento essenziale buddhità rivela che è immediata, primordiale, senza inizio né fine, e sempre presente nella vita di coloro che hanno fede nel Buddha Shakyamuni eterno. Questo è l'insegnamento che deve essere diffuso durante l'età degli Ultimi quando nessun altro insegnamento è abbastanza radicale per scuotere gli esseri dalle loro compiacenza, ostinazione e cecità spirituale. Solo il Bodhisattva della Terra, i discepoli originale del Buddha Shakyamuni originali, sono in grado di insegnare la dottrina essenziale in un momento simile. Anche allora, però, i bodhisattva provvisorio sono ancora presenti e in grado di proteggere e assistere il Bodhisattva della Terra nel compiere la loro missione. Namu Yakuo Bosatsu Bhaishajyaraja Bodhisattva ~ Medicina King Questo bodhisattva rappresenta il potere di guarigione del Buddha. Lui e suo fratello Yakujo Bosatsu (Bodhisattva Bhaishajyasamudgata - Medicina Superior) posto di primo piano nel Sutra del Loto. Un dizionario dei termini e concetti buddisti racconta la seguente storia su di loro:

    
"Secondo il Sutra Yakujo Yakuo (Sutra del Bodhisattva Yakuo e Yakujo), nel passato remoto nel Medio Giorno della Legge di un Buddha chiamato Rurikosho (Lapislazzuli luminosità), Bodhisattva Yakuo era un uomo ricco di nome Seishukuko (Constellation Light) . Udì gli insegnamenti Mahayana da un monaco di nome Nichizo (Sun Repository). giubilo, ha presentato i medicinali benefiche come offerta a Nichizo ed altre persone, e ha promesso che tutti coloro che hanno sentito il suo nome sarebbe stato guarito dalla malattia. Seishukuko avuto una minore fratello di nome Raikomyo (Lightning Glow), che ha anche offerto i medicinali vantaggioso per Nichizo e altre persone. Questa gente ha elogiato i due fratelli, chiamando il fratello maggiore Yakuo (Medicina King) e il più giovane fratello Yakujo (Superior Medicina). Seishukuko e Raikomyo, il sutra afferma, erano rinati rispettivamente come il Bodhisattva Yakuo e Yakujo, e saranno in futuro raggiungere l'illuminazione come Buddha chiamato Jogen (Pure Eye) e Jozo (Pure del Tesoro), rispettivamente. " (P.508)
Nel Sutra del Loto, Medicina Bodhisattva-King è citato per nome tra i bodhisattva riuniti nel primo capitolo. Capitolo 10, "Il Maestro del Dharma", è indirizzata a Medicina-King Bodhisattva da Shakyamuni Buddha. Nel capitolo 13, "Incentivazione per la tenuta del Sutra", ha Eloquenza e Grande Bodhisattva insieme ai loro 20 mila assistenti di voto al Buddha di esporre il Sutra del Loto dopo il suo passaggio. Capitolo 23, "La vita precedente di Medicina-King Bodhisattva", descrive la sua vita passata come Volentieri-Seen-By-All-Esseri Bodhisattva che imposta il proprio corpo sul fuoco per 1.200 anni come offerta al Sole-Luna-Pure-Bright -La virtù del Buddha che gli aveva insegnato il Sutra del Loto. Nella sua vita dopo, divenne di nuovo un discepolo di Sole-Luna-Pure-Bright-La virtù del Buddha. Dopo che Buddha è morto ha fatto 84.000 stupa a sancire le reliquie e quindi impostare le braccia sul fuoco per 72 mila anni come offerta al stupa. Alla fine lui un miracolo per rianimare le braccia con la forza dei suoi meriti, le virtù e la saggezza. In questa storia, che offre il bodhisattva del suo corpo e delle braccia è un modo metaforico di mostrare la disponibilità del bodhisattva di offrire tutte le sue opere (le braccia) e perfino la sua stessa vita (il suo corpo) per il bene del Buddha. Nel capitolo 26, "Dharanis," Medicina-King offre Bodhisattva dharani-incantesimi per la protezione dei maestri del Sutra del Loto. Un'altra storia di vita passata di Medicina-King Bodhisattva è dato nel capitolo 27, "Wonderful King-come ornamento della vita precedente di un Bodhisattva." Al tempo di Cloud Thunderpeal-Star-King-Fiore-Saggezza del Buddha, Medicina-King Bodhisattva e Superior-Medicina Bodhisattva erano i figli del re Wonderful-ornamentale, denominata Pure-Store e Pure-Eyes, rispettivamente. Il Buddha stava predicando il Sutra del Loto, ei due figli ha chiesto la loro madre, la regina Pure-virtù, di venire con loro a fare offerte al Buddha. La madre, invece, ha chiesto loro di ricevere per primo il permesso dal re-Wonderful ornamento che è stata allegata agli insegnamenti dei Brahmana (i sacerdoti vedici). I due figli poi eseguito vari miracoli per il loro padre che era così impressionato che ha preso la fede nel Dharma. Egli non solo ha dato loro il permesso, ma anche li hanno accompagnati e, insieme, sono diventati tutti discepoli del Buddha. Wonderful King-ornamento poi elogiato i suoi due figli, dichiarando che sono stati i suoi insegnanti che aveva fatto il lavoro dei Buddha di facendolo convertire. Medicina King Bodhisattva e Superior-Medicina Bodhisattva sono talvolta rappresentati come i guardiani di Amoghasiddhi Tathagata. Medicina-King Bodhisattva in questo caso è considerata una delle forme di Bodhisattva Avalokiteshvara. Il Gran Maestro Chih-i, è stato considerato un aspetto della medicina-King Bodhisattva perché raggiunto l'illuminazione leggendo il capitolo Medicine-re del Sutra del Loto. Icon: Bodhisattva in piedi o seduto su un fiore di loto e in possesso di un ramo di salice nella mano destra mentre la sinistra è chiusa. Namu Monjushiri Bosatsu Manjushri Bodhisattva ~ Beautiful-Lord Questo bodhisattva rappresenta la saggezza del Budda ed è particolarmente associato alla Perfezione della Saggezza Sutra, che viene spesso raffigurato portando insieme a una spada che taglia illusioni. Un dizionario dei termini e concetti buddisti riguarda le seguenti informazioni su di lui:

    
"Egli è venerato come il capo dei bodhisattva. Con Fugen, egli è raffigurato come uno dei due bodhisattva che frequentano Shakyamuni Buddha. Monjushiri è generalmente indicata a fianco del Buddha, cavallo di un leone, e rappresenta la virtù della saggezza e illuminazione. Al contrario, assistente di destra di Shakyamuni, Bodhisattva Fugen, rappresenta la virtù della verità e la pratica. Secondo il Sutra Hatsunehan Monjushiri (Sutra del Nirvana di Monjushiri), Monjushiri è nato da una famiglia di Brahman in Sravasti e si unì all'Ordine buddista, conversione di un gran numero di persone ". (P.267)
Taigen Daniel Leighton dice di lui:

    
"Manjushri è il bodhisattva della saggezza e della conoscenza, penetrando nel vuoto fondamentale, identità universale, e la vera natura di tutte le cose. Manjushri, il cui nome significa" nobile, una gentile ", vede l'essenza di ogni evento fenomenico. Questa natura essenziale è una cosa che non ha fissato alcuna esistenza separata in sé, indipendentemente da tutto il mondo intorno a esso. Il lavoro di saggezza è quella di vedere attraverso la dicotomia illusorio sé-altro, la nostra estraneità immaginato dal nostro mondo. Studiare il sé in questa luce, consapevolezza lampeggiante Manjushri's realizza la più profonda, vasta qualità di sé, liberato da tutti i nostri comunemente indiscusso, fabbricati caratteristiche.
    
"Con il suo impegno instancabile per scoprire la realtà ultima, Manjushri incarna la paramita della prajna, la perfezione della saggezza, sia come pratica e come il corpo dei sutra così chiamato. Manjushri Anche se è soprattutto associato con l'insegnamento vuoto e il ramo Madhyamika di insegnamento Mahayana , egli non è presente nei primissimi dei sutra Prajnaparamita. Tuttavia, Manjushri è uno dei bodhisattva più importanti in tutti i sutra Mahayana, ed è a volte considerato basato su un soggetto storico associato Shakyamuni Buddha. Una delle prime bodhisattva, Manjushri era popolare in India nel IV secolo, se non prima, ed è stato incluso nel prime rappresentazioni di un pantheon bodhisattva nei secoli quinto e sesto. Immagini di Manjushri apparso in Giappone dal secolo ottavo. " (Bodhisattva Archetipi, p. 93)
Manjushri Bodhisattva appare in molti sutra Mahayana, come il Sutra Vimalakirti e il Sutra del Fiore Ornamento, e molti altri. Egli è considerato un quasi-pari al Buddha. A volte, è anche detto di aver già realizzato buddha, ma lui è sempre volontariamente agiscono in qualità di un bodhisattva. Alcuni sutra anche lo chiamano il maestro di tutti i Buddha, che è il ruolo che assume nel Sutra del Loto, dove risponde alle domande del Buddha Maitreya futuro. Nel Buddhismo Mahayana: le basi dottrinali, Paul Williams riassume gli insegnamenti su Manjushri Bodhisattva che appaiono in questi sutra.

    
"Manjushri ora ha raggiunto la decima tappa di un Bodhisattva. Egli è chiesto perché non si procede a pieno staightway Buddha. La risposta è che nel comprendere appieno il vuoto e agire di conseguenza non c'è più niente da fare. Egli ha lasciato andare la nozione pieno di Buddha. Egli non cerca più l'illuminazione, anzi, alla luce del vuoto non riesce a raggiungere l'illuminazione. Nel dire questo, naturalmente, Manjusri indica che egli è già completamente illuminato. "(p.239)
Nel primo capitolo del Sutra del Loto "di presentazione," Manjushri Bodhisattva Maitreya Bodhisattva risposte alle domande circa il raggio di luce emessa da Shakyamuni Buddha. Manjushri Bodhisattva ha rivelato che in una vita precedente, quando era conosciuto come Light Wonderful Bodhisattva, aveva assistito Sole-Luna-Light Buddha anche produrre un raggio di luce poco prima di insegnare il Sutra del Loto, così ha supposto che Shakyamuni Buddha è stato anche sul punto di insegnare il Sutra del Loto. Manjushri Bodhisattva ricompare nel bel mezzo del capitolo 12, "Devadatta", dal palazzo del re Sagara Drago nell'oceano dove era stato l'insegnamento del Sutra del Loto. Egli introduce poi tutte le innumerevoli bodhisattva che aveva insegnato a lui, compreso l'anno vecchio otto figlia del re drago. La figlia del re drago procede poi a dimostrare il raggiungimento immediato di Buddha. Nel capitolo 14, "Pratiche tranquilla", è Manjushri Bodhisattva che chiede al Buddha come ordinario bodhisattva deve esporre il Sutra del Loto nel mal mondo dopo il suo passaggio. Infine, nel capitolo 24, "Wonderful-Voice Bodhisattva," è Manjushri Bodhisattva che chiede dei fiori di loto ingioiellato che galleggiano giù dal cielo ad annunziare la comparsa di Wonderful-Voice Bodhisattva, ed è lui che chiede a tale proposito il Buddha bodhisattva e gli chiede di vederlo. Sulla base di un brano nella traduzione cinese del Sutra del Fiore Garland, Manjushri Bodhisattva si ritiene sia la sua casa terrena sul monte. Wu-t'ai in Cina. Icon: A 16 anni i giovani vecchio cavallo di un leone. Ha conseguito una spada nella mano destra e un fiore di loto blu nella sinistra. Indossa una corona a cinque punte. Namu Fugen Bosatsu Bodhisattva Samantabhadra ~ Universal-Good Questo bodhisattva di rappresentare tutti i voti e le buone cause presentata dal Buddha. Un'eccellente descrizione del ruolo del Bodhisattva Samantabhadra è dato da Leighton Taigen Daniel nel suo libro Bodhisattva Archetipi:

    
"È il Bodhisattva Samantabhadra di attività illuminante nel mondo, che rappresenta la funzione luminosa di saggezza. Samantabhadra incarna anche il web luminosa della interconnessione di tutti gli esseri, e le visioni radiante che lo esprimono ...
    
"Samantabhadra e Manjushri sono spesso associati insieme come assistenti ai lati del Buddha Shakyamuni, con Manjushri sul suo leone che rappresenta l'essenza della saggezza, e Samantabhadra, montato su un elefante, che rappresenta l'applicazione di saggezza attivamente a beneficio del mondo.
    
"La principale fonte scritturale per Samantabhadra è l'ornamento dei fiori (Avatamsaka) Sutra, di cui è il bodhisattva principio. Così egli rappresenta la dottrina elaborata sulla serie di attività pratiche di bodhisattva, sia di questo sutra e del profondo cinese Huayan Scuola che si è sviluppata da essa. (Avatamsaka è Huayan in cinese, Kegon in giapponese.) La diversità delle espressioni benefici del bodhisattva nel mondo, e le visioni spettacolari della interconnessione degli ecosistemi di tutto l'universo, sono provincia Samantabhadra's. Egli è descritto come anche nell'ultimo capitolo del Sutra del Loto come protettore di quel sutra e dei suoi devoti. " (P.121)
Bodhisattva Samantabhadra è particolarmente conosciuto in Asia orientale per la sua grande dieci voti che appaiono nel capitolo 40 del Sutra del Fiore ornamento. La seguente dichiarazione di Bodhisattva Samantabhadra e l'enumerazione dei suoi dieci voti è dato da Francis H. Cook:

    
"È il Bodhisattva Samantabhadra che simboleggia le pratiche del Bodhisattva. Suoi voti e le pratiche esemplificano il percorso ideale di comportamento in buddista aspiranti in quelle fasi di attività, che sono concepite come cause del conseguente illuminazione-risultato. Questo comportamento è esemplificato dalle attività dei giovani Sudhana negli ultimi capitoli del Sutra. Il risultato è la conoscenza e la fusione in, l'universo di identità e di interdipendenza, che è l'esperienza del Buddha perfettamente illuminato. Samantabhadra occupa molto importante posto nel sutra, dal momento che il lavoro è principalmente di queste pratiche di causalità. I voti di Samantabhadra, che deve essere sinceramente ripetuto da ciascun aspirante, che è veramente Samantabhadra, sono i seguenti:

        
1. Onore tutti i Buddha.
        
2. Lodate il Tathagata.
        
3. Fare offerte a tutti i Buddha.
        
4. Confessate tutti trasgressioni del passato della Legge.
        
5. Rallegratevi nelle virtù e la felicità degli altri (Mudita).
        
6. Richiedere il Buddha di insegnare il Dharma.
        
7. Richiedere il Buddha ad abitare nel mondo.
        
8. Seguire il Dharma.
        
9. Sempre a beneficio degli altri esseri.
        
10. Capovolgere i propri meriti accumulati agli altri (parinamana). "
        
(Hua-Yen Buddismo, p.78)
Bodhisattva Samantabhadra appare nel capitolo 28 del Sutra del Loto. Viene da un mondo lontano ad est, al fine di ascoltare e ricevere il Sutra del Loto. Egli promette di proteggere e sostenere coloro che osservano il Sutra del Loto negli ultimi giorni dopo il passaggio del Buddha. Egli fornisce quindi incantesimi dharani per i praticanti del Sutra del Loto. Egli dichiara anche che la capacità di mantenere il Sutra del Loto è reso possibile attraverso l'aiuto dei suoi poteri soprannaturali. Egli continua a dire che coloro che osservano i sutra, leggere e recitarlo, memorizzare, capire e agire in base ad essa stanno facendo la stessa pratica come lui. Tuttavia, il Bodhisattva Samantabhadra Buddha dice che lui deve salutare un custode del Sutra del Loto nello stesso modo che si sarebbe salutare il Buddha stesso. Il Sutra della meditazione sulla Bodhisattva Samantabhadra, che è l'ultima parte del Sutra del Loto Triplice, elabora la promessa di Samantabhadra nel capitolo 28 di apparire sul suo elefante bianco a sei zanne a chi pratica il pentimento e recitare il Sutra del Loto. Nel Sutra sulla Meditazione è spiegato come il professionista può visualizzare Bodhisattva Samantabhadra e, infine, la Cerimonia di tutto in aria. Bodhisattva Samantabhadra è ritenuto da molti buddhisti cinesi a soggiornare sul monte. Omei nella Cina occidentale. Icon: A 16 anni i giovani vecchio cavallo di un elefante. Mani in gassho. Indossa una corona a cinque punte. Namu Miroku Bosatsu Maitreya Bodhisattva ~ Loving-One Bodhisattva Maitreya è il Buddha futuro di questo mondo, che attualmente risiede nel cielo Tushita. Un dizionario dei termini e concetti buddisti riguarda le seguenti informazioni su di lui:

    
"Un bodhisattva prevede di riuscire Shakyamuni come un futuro Buddha. Chiamato anche Ajita, che significa 'invincibile'. Alcuni racconti lo vedono come un personaggio storico che ha preceduto nella morte del Buddha. Si dice che sono rinati nel cielo Tushita dove si trova ora enunciare la legge alla celeste esseri lì. Si dice che egli riapparirà in questo mondo 5,670 milioni di anni dopo la morte di Shakyamuni, raggiungere la Buddità, e salvare la gente in vece di Shakyamuni. Per questo motivo egli è anche chiamato Miroku Buddha. Credere in Miroku prevalso in India intorno agli inizi del I secolo dC, e la diffusione in Cina e Giappone. Nel quarto secolo, un monaco di nome Maitreya (c. 270-350), divenne famoso come uno studioso della scuola di Coscienza-Only, e fu in seguito identificato con questo bodhisattva. " (Pp. 266-7)
Maitreya Bodhisattva è il bodhisattva unico che è venerato da entrambe le Theravada e buddisti Mahayana (a parte da Siddhartha Gautama e le sue vite passate come un bodhisattva). La sua venuta è previsto nel Canone pali e nel Sutra Mahayana. Oltre al maestro leggendario quarto secolo con lo stesso nome, Maitreya Bodhisattva ha avuto molte altre apparizioni nella storia. Il più famoso è del monaco gioviale la cui statua viene spesso scambiato come quello del Buddha. Taigen Daniel Leighton riferisce il seguente su questa ben nota, ma incompreso figura:

    
"In Cina Maitreya è quasi sinonimo con la sua presunta incarnazione come storico del X secolo cinese Budai monaco Zen, il cui nome giapponese, Hotei, possono essere più familiare in Occidente. Cinese immagini di Budai, o Hotei, sono spesso etichettati semplicemente 'Maitreya '(Milo in cinese) tale che, in coscienza popolare cinese sono praticamente identici. Hotei è leggendaria, come un saggio errante con poteri soprannaturali che ha trascorso il suo tempo in vie del paese piuttosto che in sicurezza dei templi. La sua immagine è riconoscibile come il disordine, grassi, allegra risata 'Buddha' la cui statua è visto in molti ristoranti cinesi e in tutti i templi buddisti cinesi.
    
"Hotei il nome significa 'sacchetto di stoffa,' mentre portava un sacco pieno di caramelle e giocattoli per dare ai bambini, con il quale è spesso raffigurato in gioco. Questo trasandato buddista Babbo Natale si espande la nostra visione del Maitreya, il calore e la gentilezza amorevole. Hotei's grasso della pancia e l'affinità con i bambini riflette ancora un altro aspetto di Maitreya nella religione popolare popolare, quella di una divinità della fertilità. Maitreya è stata a volte ha pregato per coloro che volevano i bambini, specialmente in Corea. "(Bodhisattva Archetipi, p. 260-1)
Bodhisattva Maitreya gioca un ruolo importante nel Sutra del Loto. Nel primo capitolo, è lui che chiede di Manjushri Bodhisattva il motivo per i segni miracolosi visualizzato dal Buddha. Taigen riassume Daniel Leighton e commenti su questo capitolo come segue:

    
"Maitreya appare in una luce molto ambivalente in alcuni dei primi sutra Mahayana. Nel primo capitolo del Sutra del Loto, Shakyamuni Buddha emette una luce tra le sopracciglia puzzle che Maitreya, che domande Manjushri. Manjushri Maitreya ricorda che in un remoto terra del Buddha passato avevano visto una luce che emette simile da un buddha precedente, una luce che aveva annunciato l'insegnamento del Sutra del Loto, a nome del Buddha che da un bodhisattva chiamato Belle Luster, nientemeno che Manjushri se stesso.
    
"Tra fine Luster's ottocento discepoli, uno chiamato Fame Seeker Bodhisattva era in realtà Maitreya in una vita precedente. Questo Seeker Bodhisattva of Fame è stato chiamato così perché lui desiderava profitto personale e il vantaggio, anche se ha letto e memorizzato sutra numerosi, ha tratto alcun beneficio e rapidamente dimenticato la maggior parte di essi. Sebbene Maitreya, o almeno la sua vita passata, è così disonorato dal suo insegnante ex Manjushri, il bodhisattva della saggezza continua a dire che il pigro Fame Seeker ha anche fatti molto il genere. him Tali seminari hanno consentito di formare con buddha numerosi molte vite, fino ad ora è stato finalmente il Bodhisattva Maitreya, destinata ad essere il Buddha prossimo ". (Ibid, p.246-7)
Maitreya Bodhisattva ha un ruolo importante nella cerimonia di Air pure. È lui che indaga dopo l'origine dei Bodhisattva della Terra nel capitolo 15. Egli è anche colui che chiede come Buddha Shakyamuni potrebbe avere insegnato loro, dopo aver raggiunto l'illuminazione solo 40 anni prima della loro comparsa. È questa seconda domanda, che spinge la rivelazione di illuminazione del Buddha in passato numerabile lontano nel capitolo 16. Nel capitolo 16, è Maitreya Bodhisattva che guida l'assemblea nel dichiarare che essi fedelmente ricevere risposta del Buddha. Nei capitoli 17 e 18 è Maitreya Bodhisattva che gli indirizzi Buddha quando spiega i meriti sconfinata di coloro che accettano l'insegnamento della natura non ancora nato e immortale del Buddha con la fede. L'ultimo capitolo del Sutra del Loto fa riferimento a Maitreya Bodhisattva in una luce più favorevole rispetto al primo capitolo. Taigen Daniel Leighton spiega:

    
"Sebbene il Sutra del Loto si apre con la vista piuttosto debole Manjushri del lontano passato di Maitreya, l'ultimo capitolo del Sutra del Loto, delineando protezione Samantabhadra di studenti del sutra, offre una visione più positiva di Maitreya e il suo futuro. Samantabhadra certifica che quelli che leggono il Sutra del Loto e di capire la sua importazione sarà rinascere in Maitreya Tushita Cielo. Samantabhadra descrive questo regno come altamente meritoria e utile, come Maitreya rimane che già possiedono i segni di un Buddha, accompagnato da un seguito di bodhisattva e dee ". (Ibid, p.247)
Icon: Bodhisattva indossa una corona tre picco in posizione pensosa con caviglia destra sul ginocchio sinistro, la gamba sinistra che incombe su sedile di loto, la mano destra tocca la guancia con solo due dita, la mano sinistra appoggiata sulla caviglia destra.